
Maradona è ora nell’album di famiglia
C’è Vinicio, Pesaola, Garella, Hamsik, Cavani: c’è il Napoli in quella stazione della Cumana che porta il nome di Diego Armando Maradona. Dal 1926, un cavallo che diventa ciuccio fino a diventare club di rango. E in tanti hanno messo radici profonde in questa città che, come ha detto con parole semplici un grande paleontologo, scrittore, giornalista, qual è Alberto Angela, “ Napoli ha una grande capacità, un grande spirito, di riconoscere le persone vere, e le abbraccia facendole proprie. Pelè è stato bravissimo, ma Maradona è stato insuperabile. Con lui sono stati molti cattivi, all’epoca non era facile fare il suo mestiere. Sono state dette cose meravigliose, però non si è messo abbastanza l’accento sulla città di Napoli, è una città greca, di origine greca, dall’impianto greco urbanistico ma anche la socialità ed il modo di vivere greco. Napoli ha accolto Maradona come se fosse una divinità greca. Lui ha ricevuto e dato tanto, ogni gol che lui ha fatto ci sono tutti i napoletani, sono stati anche loro a permettergli di trovarsi in questa situazione”.
E Con il Presidente De Laurentiis, ieri era presente anche Victor Osimhen perché prima di segnare un gol, prima di rientrare in gruppo, prima d’essere un impiegato privilegiato del Napoli, impari poco alla volta qual è lo spirito di Napoli. Un ragazzo che avrà conosciuto Maradona per fama, che avrà visto qualche filmato, ma che ancora è tanto lontano. Bene ha fatto De Laurentiis a fargli sentire ‘l’odore’ di Napoli perché Victor possa scendere in campo con lo spirito di sacrificio di cui ha parlato anche Sinisa Mihajlovic,per il piacere di dare e ricevere.
Maradona sino al 24 novembre era sempre presente nella mente di chi l’ha vissuto e che ha insegnato a riviverlo di tanto in tanto come quando si sfoglia l’album di famiglia che suggerisce ricordi di lacrime o di gioia. Oggi che ha cambiato residenza, rappresenta lo spartiacque: prima e dopo. Pagine tristi o commoventi e non soltanto per un pallone: Roberto Saviano ha parlato a lungo di Diego per concludere: “E’ stato la mia infanzia, gran parte dei momenti felici passati con mio padre li devo a lui”. E fa niente che non tutti capiscano. Maradona è nell’album di famiglia e chi arriva a Napoli deve voler entrare in quelle pagine che diventino ingiallite.
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