Leopoldo Luque in lacrime : “ Non sono responsabile, per me Diego era come un padre”. Intanto l’inchiesta fa luce su altri aspetti che gli inquirenti dovranno chiarire. Si cerca la verità anche andando indietro a quel 25 novembre, quando, secondo le testimonianze del personale infermieristico, Maradona sarebbe caduto battendo la testa senza che nessuno abbia sentito il dovere di portarlo in ospedale a fare una tac. “Maradona è caduto una settimana prima del decesso e ha preso una forte botta alla testa, peccato che non abbiano pensato di fargli una risonanza magnetica o una tomografia. Niente di niente”, ha rivelato Rodolfo Baqué, il legale dell’infermiera Dahiane Madrid. Non solo, la stessa fonte ha rivelato che dopo le dimissioni dall’ospedale Maradona avrebbe accusato alcune anomalie a livello cardiaco, ma anche in questo caso nessuno avrebbe ritenuto opportuno svolgere gli accertamenti del caso. “Hanno solo pensato a curare la dipendenza dall’alcol, dimenticandosi di avere a che fare con un paziente cardiopatico che invece avrebbe avuto bisogno di assistenza da parte di personale medico specializzato”, ha aggiunto Baqué.
Si è cercato di capire che cosa sia accaduto nei giorni precedenti la morte, quando Maradona viveva con il nipote Jonny e la cuoca Manona: molte testimonianze parlano di un litigio furioso di Diego con il medico Luque cacciato poi da casa dallo stesso Diego. Un’atmosfera irreale con Diego chiuso per tre giorni in una stanza, mentre avrebbe avuto bisogno secondo Baquè, di farmaci che regolarizzassero le pulsazioni fino a 115 al minuto. Perché il decorso post operatorio in quella casa senza assistenza piuttosto che in una clinica ? Lo psichiatra Agustina Cosachov aveva date indicazioni precise nel predisporre l’assistenza domiciliare raccomandando attrezzature per la realizzazione di specifiche analisi e la presenza fissa di un’ambulanza davanti all’abitazione di Maradona.