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Meret: “Non vediamo l’ora di tornare a calcare i palcoscenici più prestigiosi”

Non ha ancora firmato il contratto che lo leghi al Napoli in Champions ma anche lui, sempre freddo e apparentemente distaccato, sembra essere stato travolto da questa realtà ‘contiana’ che lo rende partecipe anche con le parole. Così Alex Meret ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Cronache di Napoli parlando della stagione disputata da lui e dalla squadra, di mister Conte e  di quel che potrebbe essere se….

Alla stagione della delusione a quella del riscatto

«Ovviamente le delusioni di un anno fa hanno rappresentato uno stimolo soprattutto all’inizio del campionato. Volevamo dimostrare a tutti che nella scorsa stagione per vari motivi non abbiamo espresso il nostro potenziale. Ci eravamo prefissati di tornare in Europa. Ci siamo riusciti con largo anticipo, ottenendo la qualificazione in Champions. Si tratta di un obiettivo importante per il club, per noi giocatori e per i tifosi».

Il Napoli non ha disputato le coppe europee dopo 14 anni ininterrotti. Quali sensazioni? «Diciamo che dopo aver chiuso il campionato scorso al decimo posto, era giusto che in questa stagione non disputassimo le coppe europee. Adesso, però, concentriamoci sul ritorno in Champions. Non vediamo l’ora di tornare a calcare i palcoscenici più prestigiosi».

Lei è arrivato qui giovanissimo. In che cosa è cresciuto e in quale aspetto intende migliorare?
«Posso dire che nelle ultime tre stagioni di aver goduto di una condizione psicofisica ideale. Per quanto riguarda gli aspetti da migliorare, penso che nella vita non si smette mai di imparare. Io cerco di dare il massimo tutti i giorni e di mettere in pratica i consigli che il mister mi dà quotidianamente. Mi sento uno dei veterani del gruppo. Forse soltanto Contini è qui prima di me. Penso di essere uno dei leader e cerco di aiutare i compagni sia in campo sia nella vita di tutti i giorni».

Quali sono state le parate più difficili?

«Secondo me gli interventi che nell’economia del campionato hanno avuto un peso particolare sono stati quelli compiuti contro Yildiz nel successo interno contro la Juventus e il rigore parato a Gimenez, sempre al Maradona. Sono state due parate arrivate in due momenti chiave della stagione. Se i bianconeri fossero andati in vantaggio e se il Milan avesse accorciato le distanze qualche minuto prima, forse avremmo rischiato di non vincere e di perdere punti fondamentali nella corsa alla conquista dello scudetto. Per fortuna è andato tutto nel migliore dei modi».

Quali corde ha toccato Antonio Conte per permettervi di lottare per lo scudetto partendo dal decimo posto dell’anno scorso?
«Io sono arrivato in ritiro un po’ più tardi, perché avevo qualche giorno di ferie in più per aver fatto parte della spedizione dell’Italia agli ultimi Europei. Però, ricordo che sin dal primo giorno  di lavoro il mister ci ha dato tante motivazioni. Conte sa entrarti nella testa. Posso dire tranquillamente che lo consideriamo il nostro condottiero e noi siamo i suoi soldati».

 Se sarà scudetto,  un successo insperato
«Sì, è vero. Nemmeno con mister Spalletti ad inizio campionato eravamo i favoriti. Però a quest’ora eravamo già campioni. Se arriverà, questo sarà uno scudetto sofferto. Stiamo lottando punto a punto. Speriamo di arrivare primi al traguardo, così da assaporare di nuovo sensazioni indimenticabili».

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