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Milan, unico dei 32 maggiori club europei in calo dal 2016

Da un’analisi del valore d’impresa dei 32 maggiori club europei che KPMG ha pubblicato per il  “Football Clubs’ Valuation: The European Elite, figurano nella classifica  ben sei club italiani : Juventus, Inter, Roma, Napoli, Milan e Lazio. Tutte le società hanno visto crescere il rispettivo enterprise value tra il 2019 e il 2020 con un boom per l’Inter, in aumento del 42%, mentre la Roma segue a +14%, la Juventus (+12%), la Lazio (+11%) e il Napoli (+4%). Soltanto il Milan ha fatto registrare un calo del 5% rispetto al 2019 , unico club italiano tra gli otto in negativo delle 32 squadre in classifica e il loro enterprise value è passato dai 555 milioni del 2019 ai 526 milioni di euro del 2020.

«Il Milan è posseduto da un fondo, e in un certo senso è un problema. L’obiettivo di Elliott — spiega Andrea Sartori, responsabile sport di Kpmg, al Corriere della Sera — è accrescere il valore per poi uscire. Ma nel calcio se non investi diventa difficile crescere. E anche gli investimenti sono limitati dal fair-play finanziario, quindi si innesta un circolo vizioso».

Sin dal 2016 – anno in cui il report è stato pubblicato per la prima volta – il club rossonero è l’unico che ha visto il proprio valore registrare un calo: basti pensare che nel 2016 il Milan si trovava al quindicesimo posto della graduatoria, ( ora occupato dal Napoli) seconda società italiana dopo la Juventus: nel 2020, invece, è sceso al ventiduesimo, superato da Inter, Roma e Napoli. Inoltre, KPMG segnala per il club, oggi di proprietà di Elliott un EBIT (misura di utile operativo)  cumulato pari a -442 milioni di euro nel periodo.

Per fare un paragone  – spiega Calcio e Finanza – a livello di valore d’impresa, il secondo club ad aver registrato il peggior risultato in termini percentuali è l’Arsenal, che comunque è cresciuto dell’11%,  seguono poi  Manchester United (+15%), Barcellona (+16%) ed Everton (+17%).

Al top il Lione, con un boom del 193%, mentre il podio è completato dal Tottenham, secondo a +158%. Anche le altre italiane hanno visto il loro valore salire notevolmente in questi ultimi 5 anni: secondo Kpmg, la Lazio è passata da 233 a 328 milioni (+40,8%), mentre il Napoli da 394 a 590 milioni di euro (+49,7%), la Roma da 358 a 602 milioni (+68,2%) e la Juventus da 983 milioni a 1,735 miliardi (+76,5%), con i bianconeri ottavi come crescita percentuale.

Dunque è il Milan nella posizione più scomoda e in tanti si son chiesti perché il suo azionista Elliott, abbia lo scorso anno deciso di proporre all’Uefa la strada che ha portato all’esclusione dalla Coppa Uefa per un anno. Il vantaggio in particolare è in una precisa direzione: il Milan potrà fare una procedura di settlement agreement sul modello di quella adottata per l’Inter, con l’obiettivo di rientrare nei paletti imposti dalla Uefa nel giro di tre anni. Dunque la domanda seguente è: quindi Elliott resterà almeno per i prossimi tre anni…

Almeno così sembra, avendo smentito la volontà di cedere il club, anzi smentendo le voci di Arnault che avrebbe presentato un’offerta di 975 milioni di euro per acquistare il Milan.  A conferma giunge l’indiscrezione di Sole 24 ore  secondo cui  sin dal primo febbraio, mentre ancora nessuno in Occidente si angustiava col Covid-19, Paul Singer, il 75enne fondatore del fondo Elliott, aveva già preso carta e penna per raccomandare ai suoi collaboratori (473 professionisti sparsi tra New York, Londra, Hong Kong e Tokio) di far scorta di acqua, cibo e medicine per evitare i luoghi pubblici e di attrezzarsi per non uscire di casa per almeno un mese perchè il virus era già subdolamente in circolazione tra soggetti asintomatici.

Così Il pessimismo della ragione ha evitato a Elliott di rimangiarsi tutti i guadagni di inizio anno e il fondo Elliott International è riuscito a chiudere il trimestre ancora con un risultato positivo del 2,2%, Elliott Associates dell’1,6%.

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