
Inizia il momento verità del Napoli di Conte, anno II
Che l’elefante Napoli possa temere in prospettiva il topolino Pisa ci sta, ma è inutile e dannoso pensare al “poi” visto che c’è da affrontare l’“oggi prossimo” che si chiama Manchester City. Piuttosto lo sguardo alla 3^ giornata di campionato che si chiuderà questa sera con i due posticipi Verona-Cremonese e Como-Genoa, suggerisce quali saranno le squadre che potranno lottare fino in fondo per lo scudetto. Poco conta che Inter, Milan, Atalanta e Roma non siano a punteggio pieno; e poco conta per Napoli e Juve essere in vetta: conta aver studiato le forze in campo proprio delle squadre che potranno competere tenendo in conto che quest’anno sarà il Milan privilegiato a dosare le energie non partecipando alle coppe europee.
Nell’élite della Serie A, in questa 3^ giornata, è stato il Napoli protagonista di una prestazione “interessante e accattivante” che come dice Conte, “va a mangiare” l’avversario. Eppure non basta: “Se vogliamo continuare a dare fastidio, non ci sta di fare un finale così in affanno dopo aver dominato una gara che doveva restare chiusa.” Anche un minuto può cambiare il corso di una partita e Conte manda al diavolo Matteo Politano che dopo il gol si avvicina alla panchina per commentarlo.
Anno II, di Antonio Conte: arrivano novità nella formazione, arrivano novità nella concezione del turnover. Qualcuno ricorderà quanto si sia innervosito Conte alla richiesta di “cambi” tardivi. Tutto ha una logica e Conte, uno alla volta, mette a zittire chi fa il professore.
Lo scorso anno, dopo il gol vincente con il Monza che permetteva al Napoli di agganciare l’Inter, Conte esulta e, rivolto alla tribuna con alcuni tifosi napoletani, urla più volte: «Andata affan….” E non era la prima volta visto che anche a Venezia era stato contestato per aver tardato i cambi.
Perciò, Anno II di mister Conte che in conferenza stampa ha detto “Inizia il momento verità”: di fronte appare in tutta la sua maestosità il colosso Champions League affascinante come una sirena che inganna ma che resta il sogno di qualunque allenatore, di qualunque giocatore, di qualunque club, di qualunque tifoseria.
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