Il 27 aprile il Tribunale federale discuterà il ricorso preparato dall’avvocato Mattia Grassani e firmato da Aurelio e Luigi De Laurentiis in proprio, Napoli, Bari e Filmauro. La promozione del Bari in serie B, ampiamente prevista da settimane, riapre la discussione sulle multiproprietà: De Laurentiis dovrà scegliere quale squadra sacrificare secondo la FIGC. Ma De Laurentiis non accetta i cambiamenti “in corsa” e affida alla carta bollata la sua ira.
Ne ha parlato anche la Gazzetta dello Sport che scrive: “La delibera del consiglio federale è stata impugnata contestandone la costituzionalità e la legittimità, soprattutto sul punto degli effetti retroattivi. In pratica il ragionamento è più o meno questo: nel 2018, quando fu acquistata la società superando la concorrenza di altre 10 proposte, in un contesto in cui vigeva la famosa deroga, con il divieto fermo all’impossibilità di possedere due club professionistici, le regole erano diverse e non è giusto cambiarle in corsa. Dove “in corsa” non si riferisce certo a tutta la storia delle multiproprietà che si trascina da un abbondante decennio. Ma alla disposizione transitoria sulle situazioni in essere, cioè Napoli-Bari e Verona-Mantova, accoppiate obbligate a sciogliersi anche senza militanza nella stessa serie.
Una tesi che il 27 aprile vedrà soltanto il primo capitolo perché il percorso giuridico potrebbe essere lungo e non esaurirsi nell’ambito sportivo: dopo i tre gradi di giudizio interni al sistema, ci sono il Tar, il Consiglio di Stato e in ultima istanza persino la Corte di Giustizia Europea di Lussemburgo”.