Passo falso del Napoli al Maradona, 1-1 con il Genoa e bonus pareggio sfumato prima del previsto. A Parma servirà replicare lo stesso risultato dell’Inter, impegnata tra le mura amiche con la Lazio, per restare in vetta.
ROSARIO PASTORE – Grazie, Napoli. Grazie di avere intossicato, a me ed altri milioni di tuoi tifosi, la domenica. Grazie di aver gettato nel water una vittoria che doveva essere condotta in porto senza problemi. Grazie di aver consentito al Genoa, una squadra onesta da metà classifica, di venire al Maradona a fare una splendida figura. Perchè, diciamola tutta, chi afferma che il Grifone abbia giocato la partita della vita al solo scopo di danneggiarci, dice qualcosa di assolutamente non vera. Il Genoa, squadra allenata da un allenatore con i cossiddetti al quadrato, ha giocato la sua onesta partita e se pensate che il Toro, nel pomeriggio contro l’Inter, non abbia fatto la stessa cosa, ebbene, sono cavoli del Toro e non certamente dei rossoblù genovesi.
Finito coi ringraziamenti per l’intossicamento domenicale? Purtroppo no. Perché manca il più sentito,il più convinto, il più incazzato, quello nei confronti del signor Antonio Conte. Che stasera ha voluto fortemente dare ragione a quanti da un bel po’ hanno preso a criticarlo. A cominciare dal presidente e dai suoi ammiratori. Che cosa ha combinato il buon tecnico salentino? Oddio, penso che ci siano parecchi motivi per muovergli qualche piccolo, piccolissimo appunto. Comincio a chiedermi, ad esempio, per quali misteriosi motivi Conte abbia deciso di schierare ad ogni costo Lobotka che per tutta la settimana era stato in dubbio per qualche problema alla caviglia.
Ed ecco il miracolo della guarigione. Col risultato che, dopo una manciata di minuti, il regista si è accasciato, chiedendo la sostituzione, sempre a causa della caviglia. La chiudiamo qui? Direi di no. Perché è legittimo chiedersi cosa abbia spinto il responsabile della panchina a richiamare Raspadori, giocatore in grande spolvero ed autore dello stupendo gol del nuovo vantaggio del Napoli, per sostituirlo con Billing. Perché, cavolo, perché?
Per difendere a tutti i costi il 2-1? Visto che poi, dopo il 2-2, Conte ha deciso di gettare nella mischia Neres, non sarebbe stato il caso di schierare lui al posto di Raspadori, se proprio l’ex Sassuolo doveva obbligatoriamente uscire? C’era un altro elemento da richiamare, ovvero Anguissa, che ne aveva indovinate davvero poche. Ed invece no, questa voglia di affollare di più il centrocampo ha finito col determinare il risultato che sappiamo. Ed ecco che i 3 punti di vantaggio, si sono ridotti ad una misera lunghezza. Che, per carità, potrebbe anche bastare. Anzi, mi auguro fortemente che basti.
Con un’altra mentalità, però. Ieri gli azzurri dovevano scendere in campo con la voglia di divorare l’avversario. E invece… Invece, ecco che si vedevano incredibii incertezze, addirittura inspiegabili. E poi, addirittura il giocatore che alla fine del primo tempo aveva toccato più palle nel Napoli sarebbe risultato Meret, che, tra l’altro, aveva le sue responsabilità in occasione del primo gol del Genoa. In altre parole, con quei continui passaggi al portiere, il Napoli faceva il gioco che avrebbe dovuto fare, giocando in trasferta, la squadra genoana.
Anche dopo questa partita, ho ascoltato il ritornello che tagliare il traguardo dello scudetto era del tutto imorevedibile a inizio stagione. Ma anche no, caro allenatore del Napoli. Perché lei si è trovato in testa alla classifica, ha di fronte il Genoa: ebbene, deve batterlo. Senza se e senza ma. Senza calcoli ma fidando solo su una squadra che, è vero, per carità, ha fatto miracoli. Ma poi deve essere aiutata a perfezionarli, questi miracoli. Imponendole di battere non il Paris Saint Germaine ma un normalissimo Genoa. Guidato, ribadisco, da un fior di allenatore. Solo una parola sull’arbitro. Forse il “mani” in area genoana non era da rigore.
Ma, vivaddio, dacci lo sfizio del dubbio, della verifica al monitor. E poi, quegli abbracci a Lukaku dal suo marcatore, quelle punizioni inesistenti fischiate al Napoli, quelle perdite di tempo dei rossoblù premiate con l’indifferenza. Insomma, anche se non è stato determinante, il direttore di gara avrebbe potuto dimostrarsi un pochino più attento. Ve be’, il letto non racconta ma aspetta. E magari qualche ora di sonno contribuirà a farmela passare, questa maledetta intossicatura.
CARLO ALVINO – Quanto è bello e quanto è canaglia il calcio. Stasera ne abbiamo avuto conferma. Il Napoli avrebbe strameritato la vittoria ed invece porta a casa solo un pareggio. Derogando alla storica scaramanzia napoletana in troppi si sono lasciati andare a previsioni azzardate, addirittura ad organizzazioni di festeggiamenti e alla produzione di materiale commerciale (bandiere e t-shirt ) con su dipinto il “coso”. Voglio ricordare che si può festeggiare solo se si vince. Ma per vincere nello sport bisogna sudare, sacrificarsi e restare concentrati fino alla fine. Che si torni immediatamente sul pianeta terra. Tutti! Nulla è perduto, ci mancherebbe, il viaggio si accorcia e si fa più difficile ma resta straordinariamente bello e tocca a tutti noi, uniti, renderlo indimenticabile!