Contropiede Azzurro

Napoli, i numeri dicono che il problema non è il carattere…

Napoli, i numeri dicono che il problema non è il carattere…

Che il problema principale del Napoli di quest’anno sia la capacità di fare gol lo dimostrano i numeri. Basti pensare che i sei azzurri che compongono l’intero reparto offensivo hanno totalizzato complessivamente 29 gol in campionato. 9 in meno di quelli realizzati dal solo Immobile e 3 dalla coppia LautaroDzeko. Dati impressionanti che, aggiunti a quelli dei gol fatti dalle prime tre in classifica (Inter 60, Milan 54 e Napoli 49), danno un quadro completo su quale sia il reale punto debole della squadra di Spaletti.

Partendo quindi da questa impietosa analisi dei numeri, è evidente che se il Napoli vuole davvero rimanere in corsa per la conquista del titolo dovrà assolutamente migliorare nella fase di realizzazione. In queste ore si parla tanto della mancanza di carattere di molti azzurri. Ma, alla luce dei succitati numeri, quello del carattere potrebbe essere solo un falso problema. Cambiando qualcosa tatticamente e impiegando giocatori diversi, forse le cose potrebbero migliorare. Provare per esempio a giocare con due attaccanti, affiancando Mertens o Petagna a Osimhen, sarebbe un tentativo interessante da provare. È ormai evidente che da solo il nigeriano non basta per scardinare le difese avversarie. Affiancandogli un altro attaccante capace di connettere i reparti gli consentirebbe non solo di avere maggiori spazi, ma soprattutto di sprecare meno energie e di essere più lucido sotto rete.

A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che per adottare una scelta di questo tipo si dovrebbe correre il rischio di cambiare modulo a 10 giornate dalla fine. E di certo sarebbe un’obiezione giusta da non sottovalutare. Ma l’alternativa, purtroppo, non c’è. A meno che non si voglia lasciare tutto inalterato e continuare a segnare gol con il contagocce fino alla fine del campionato.

Nei momenti difficili è necessario optare per delle scelte coraggiose. Così come fece Sarri che con il suo Napoli trovò gol e spettacolo passando al famoso 4-3-3. O come fece Antonio Conte quando decise di far giocare la Juventus alternando un bilanciato 3-4-1-2 a un più coperto 3-5-2 con i quali vinse tre scudetti di fila.

Per il Napoli di oggi il 3-4-1-2 adottato dall’ex allenatore bianconero calzerebbe a pennello. Magari alternandolo con il collaudato 4-2-3-1 tanto caro a Spalletti, ma per il quale gli avversari sembrano ormai aver trovato le contromosse giuste. Gli uomini per provare il cambiamento ci sono, occorre solo un po’ di coraggio, così come ricorda un antico proverbio napoletano.  “Chi nun tene coraggio nun se cocca ch”e femmene belle”…

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