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Napoli-Milan, l’attesa

Napoli-Milan, l’attesa dopo un digiuno forzato di 15 giorni. Finalmente gioca il Napoli e si torna col pensiero là, ma che lo scudetto non diventi un tormento perché il Napoli è fatto da uomini d’amore, quelli che preferiscono vivere abbracciati l’uno con l’altro. Luciano De Crescenzo ne è convinto, perché le  parole di ‘così parlò Bellavista’ son sempre presenti e così anche il Napoli, che è di tutti, dai giocatori al più piccolo tifoso ancora tra le braccia del papà presente in curva, è un pezzetto d’amore. E allora da domenica ritorna il campionato e il Maradona sarà ancora una volta pieno fino all’ultimo posto disponibile con 50mila e più tifosi che aspettano di abbracciarsi.

Se tutti coloro che arrivano a Napoli dicono che in questa città ‘vincere’ è diverso che altrove, c’è da crederci. In tanti in Italia e all’estero si stupirono della notte di festa a Capodichino quando in 10mila (?) attesero gli azzurri sino alle 3 del mattino. Cori, fumogeni entusiasmo alle stelle fino a spingere Antonio Conte a prendere il megafono per salutare. Che cosa si festeggiava? La Coppa del Mondo? Uno scudetto? No, soltanto una vittoria in quel di Bergamo che valeva un abbraccio.

E allora comincia la volata verso i 27 punti in palio e quel che sarà, sarà. Ma intanto col giusto pragmatismo Antonio Conte dovrà decidere quale formazione mandare in campo con il rientro in gruppo di David Neres. I 50 giorni di stop potrebbero però condizionare le scelte del mister, ma tutto dipende da chi ‘sta meglio’ come più volte ha ribadito in conferenza stampa. Anche il rientro tardivo di Anguissa e Olivera faranno da guida alle scelte dell’allenatore che avrà tratto giuste considerazioni dal cambio modulo (per necessità). Tutto lascia dunque prevedere che con un Raspadori in gran forma e un Neres di rientro si dovrebbe proseguire con il 3-5-2. Perchè arrivi l’abbraccio.

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