Contropiede Azzurro

Napoli – Roma? Fine della corsa

Dopo la sconfitta con la Fiorentina è sceso in campo un Napoli pronto a dimostrare che le cose potevano cambiare. Che la sindrome del Maradona poteva essere ribaltata. Che Spalletti poteva finalmente battere Mourinho. Non è stato così. Mentre si toccava con mano il traguardo, è arrivato il gol che richiude il cassetto con i sogni. Un gol che fa male e che mette in discussione un campionato di grandi emozioni.

La corsa scudetto si è chiusa al 91° con il gol di El Shaarawy, ma che fa riflettere come il Napoli, nel secondo tempo, abbia affrontato una Roma che riusciva ad affondare ancor più dopo l’uscita dal campo di Lobotka. In emergenza di fiato e di idee, Mertens è entrato in campo quando il Napoli non aveva la forza di creare, controbattere e tentava di fare quello che non sa fare: difendersi.

Un pareggio che sa di sconfitta degli ideali, non tanto di scudetto, quanto di gioco e consapevolezza con qualche idea annebbiata e con giocatori stanchi pur non avendo altri impegni .

Secondo i pronostici di inizio anno, il Napoli poteva lottare per il 6/7 posto, invece è terzo, con le mani sulla Champions da disputare ma che per quel che ha saputo conquistare, lascia l’amaro in bocca perché, come il gol di El Shaaraway che a un passo ha infranto un sogno, così il campionato: mancava un passo e si sarebbe toccato il paradiso del calcio.

Tocca ora tornare con i piedi per terra, asciugare le lacrime di un capitano che ha giocato una delle migliori partite senza risparmiarsi, e contare che i 15 punti a disposizione possono essere azzurri se si guarda oltre. Perchè “oltre” c’è tanto.

Oltre c’è l’Empoli e poi il Sassuolo, il Torino, il Genoa e lo Spazia, ma oltre c’è la Champions ecc ecc.

Ma non c’è partita giocata dal Napoli  in cui non debba essere messa in discussione la prestazione dell’arbitro, stavolta del signor Di Bello, che meriterebbe di rivedere la partita con accanto il signor Concetto Lobello. Qualcuno  ricorderà le sue “sentenze” sempre al di sopra di ogni sospetto. Il signor Di Bello potrebbe anche arrossire di fronte ad una lezione di regolamenti e di equità di giudizio.

Non si tratta soltanto di un giallo o rosso dato o non dato, di un giudizio sospeso mentre il gioco proseguiva, non si tratta di essere sempre salvato dal VAR mentre lascia giocare per un minuto. Si tratta di far sentire ai giocatori che c’è chi comanda in campo sempre con lo stesso metro di giudizio.