Quando il canonico Celano tracciava il profilo della città e dei suoi cittadini
«Napoli è una delle più popolate città d’Europa. Basterà dire che nell’anno 1656 furono uccise dalla peste quattrocento cinquanta mila persone, per un conto fatto alla grossa; e pure non v’era contrada che non vi fusse rimasto qualche d’uno» riportava Celano nella sua mastodontica opera “Notitie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli per i signori forastieri date dal canonico Carlo Celano napoletano, divise in dieci giornate”.
E continuava «hora la gente è così propagata ed accresciuta da’ regnicoli e da altri forastieri, che si fa conto d’haver cinquecento mila habitanti. Hor parlando de’ veri ed antichi napoletani, perché come dissi vi sono gran forastieri che qua vengono per vivere ed avanzarsi, sono d’un naturale docile, affettuosi e sinceri, amici de’ forastieri, in modo che questi vi fan del bene; sono ingegnosi ed atti ad ogni mestiere in maniera che se il lusso de’ ricchi e de’ nobili si contentasse del’opere patriote, non vi sarebbe bisogno delle forastiere. Qui egregiamente si lavora di drappi, così di seta come d’oro, e d’ogni sorte di lavoro, in modo che ne provede altre provincie. Qui con molta diligenza si lavorava di lana e si fabricavano panni, e di finezza e di durata grande: hora sta quasi dismessa per tante sorti di panni introdotti da’ forastieri. Qui si fanno delicatissimi merletti di filo d’oro e di seta che non hanno in che cedere a quei di Venetia e di Fiandra. Qui si fanno bizarrissimi ricami d’ogni sorte, che forse non hanno pari nell’Italia: e sono in tant’uso che non vi è casa mediocremente comoda che non n’habbia. Non vi è festaruolo, che noi chiamiamo aparatore, che non habbia almen sette camere di ricamo, per darle in affitto in occasion di feste di chiese, oltre che in moltissime chiese di monache e di regolari ve ne sono in quantità per adornarle tutte. Vi si lavora d’argento e d’oro nobilissimamente, e particolarmente nelle ligature delle gioje, formando, d’una quantità di picciole gemme, una gemma sola che dà maraviglia: e questa ligatura chiamano “al toppo”. Qui si fanno fiori d’argento così al naturale, che loro non manca altro che l’odore ed il colore; ed io confesso simili non haverne veduti in Italia… ».
Per non dimenticare.