Contropiede Azzurro

Ogni volta che Patrice Evra parla fa rumore. Soldi e razzismo nel mondo del calcio

Ogni volta che Patrice Evra parla fa rumore. L’ex terzino di Manchester United e Juventus, da sempre molto attivo nell’ambito della tutela dei diritti dei più deboli, più volte nel corso della sua carriera ha denunciato la piaga del razzismo nel mondo del calcio.

Un anno fa rispondeva così al Presidente della federazione calcistica francese Le Graet, che aveva dichiarato che questo imbarazzante problema era stato da tempo debellato in Francia: “Sono obbligato a parlare dello Chateau (la Coverciano transalpina). Lo sapete cosa succede lì? Quante lettere razziste sono arrivate? Tipo ‘Deschamps, prendi le tue scimmie e vai in Africa’. Ma le abbiamo sempre nascoste. Abbiamo persino ricevuto alcune scatole piene di escrementi”. Non solo. Evra aveva addirittura denunciato comportamenti razzisti nell’ambito delle visite delle personalità pubbliche: “Anche quando si scattano le foto, è meglio che il presidente stia con Koscielny e Lloris piuttosto che con Sagna e Sakho”.

Intervenendo su un tema che in astratto ha poco a che fare col colore della pelle, Evra dice la sua sulla questione Superlega e dà uno spunto di riflessione interessante, un punto di vista della questione che in pochi avevano preso in considerazione.

Il campione francese parte dal presupposto che l’annuncio della Superlega ha smosso mari e monti, creando una mobilitazione nel mondo del pallone di come non se ne erano mai viste. Questo, dunque, sta a significare che quando c’è da impegnarsi verso un obiettivo comune le forze si trovano. E soprattutto quando, direttamente o indirettamente, si parla di soldi.  Evra si chiede allora, retoricamente: “Perché non combattiamo il razzismo con la stessa passione?” E poi si risponde: “Perché non c’è un incentivo economico. Smettetela di essere ipocriti”.

Questa provocazione fa riflettere soprattutto perché ci si avvicina sempre più ai mondiali in Quatar, che tantissime polemiche hanno creato in relazione allo sfruttamento di manodopera a bassissimo costo, sfruttata per completare le infrastrutture in tempi utili.