Verso Parma-Napoli con un Lobotka in meno e un Neres in più, almeno in panchina ovvero la carta vincente che può essere giocata al momento opportuno e che da diverse settimane è mancato al Napoli di Conte. Negli anni passati, era Elmas quello che accendeva un fuoco sopito e ancor più indietro, prima che fosse scoperto falso nueve, era Mertens il mago che stregava l’avversario. “ C’è bisogno di un giocatore in panchina che sappia cambiare l’inerzia della partita – diceva Maurizio Sarri” – e Mertens mai lo ha deluso. Tocca ora a Neres, ex sostituto di Kvara, mostrare e dimostrare che le sue fiammate siano decisive. Contro il Genoa una manciata di minuti per ritrovare il ritmo partita ma contro il Parma, se chiamato, potrà esprimere tutta la sua potenza.
A Parma, si rivedrà nel 4-4-2 il miglior Raspadori della stagione a segno nelle ultime due del Napoli, ma nulla di nuovo nella formazione che prevede ancora Olivera centrale e Gilmour al posto di Lobotka.
Sarà una settimana di lavoro fisico e mentale ma che non deve far dimenticare i 46 punti che separano il Napoli dal Parma. Ricordare questa distanza di punti significa sfruttare la superiorità del Napoli che senza frenesia e senza paura dovrà imporre il proprio gioco.
Anche l’ex centrocampista e allenatore Roberto Rambaudi , a “Il Bello del Calcio” ha dichiarato: “Quelle col Genoa sono partite che possono capitare, ma il Napoli è ancora artefice del suo destino. Gli azzurri sono più forti del Parma e ora c’è una carica maggiore: avere tre punti di vantaggio ha forse portato la squadra a giocare con troppa semplicità, adesso bisogna riprendere a fare quel qualcosa in più che serve per vincere”.
Dovesse arrivare quel che tutti i tifosi azzurri auspicano, arriverebbe come (quasi) tutte le partite giocate quest’anno: con l’acqua alla gola. Fino all’ultimo respiro. Aspettando soltanto il triplice fischio.