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PLUSVALENZE OSIMHEN

Torna in primo piano il caso plusvalenze a seguito di una informativa della Guardia di Finanza. Sono, infatti emerse alcune chat che confermerebbero i dubbi legati all’operazione “Victor Osimhen” , ossia all’acquisto del giocatore nigeriano da parte del Napoli direttamente dal Lille nell’anno 2020. La società azzurra aveva fissato un tetto di 50 per l’acquisizione del cartellino del giocatore: sebbene il prezzo risulti molto più alto (70 milioni) da parte del presidente della società francese, Gerard Lopez, c’è disponibilità a venirsi incontro. In relazione a quanto esposto, in particolare gli inquirenti hanno trovato una mail decisiva, quantomeno per comprendere le intenzioni delle parti. La prima proposta è quella di inserire Fernando Llorente più alcuni bonus per raggiungere la cifra richiesta, ma maturato in valore nominale elevato con un prezzo inferiore.

Dopo varie prospettazioni, non andate a buon fine, alla fine nel pacchetto con direzione Lille ci sono Manzi, Liguori e Palmieri, i primi due valutati 4 milioni, l’ultimo 7 milioni oltre Karnezis, valutato 5 milioni. Raggiunti in tal modo, i 20 milioni fittizi, la parte restante, ossia il budget concordato di 50 milioni, è effettivamente saldato al Lille, come testimoniato da un messaggio del presidente De Laurentiis, inoltrato all’allora direttore Giuntoli. Da qui uno scambio di chat tra Giuntoli, Pompilio e l’AD Chiavelli. Ma tutti questi elementi, non hanno però portato la Procura ad un nuovo procedimento sportivo, così come era accaduto con la Juventus.

La differenza, secondo la ricostruzione della Procura, è dettata principalmente dal tipo di prove emerse nelle ultime ore: le chat non sono considerate intercettazioni rilevanti, o comunque non in grado di ribaltare la situazione. In più, allo stato delle cose, non risultano verbali di sequestro, pertanto non sussistono condizioni concretamente compatibili con una riapertura del procedimento sportivo. Che sì, può sempre essere riesumato, tuttavia non con quanto raccolto e pubblicato nelle ultime ore. Nel caso della Juve, Chiné considerò gli ultimi faldoni ricevuti come estremamente rilevanti, situazione che qui non si è invece verificata: per il Napoli, infatti, non ci sarebbero prove sufficienti per superare quelle sentenze. La giustizia sportiva, a prescindere, ha chiarito come il valore dato a un calciatore sia comunque relativo. L’eventuale illegalità sfocerebbe nell’intenzionalità con il fine di gonfiare il bilancio. A quanto pare, per Chiné, non è questo il caso.

A cura dell’avv. Claudio Russo, esperto di diritto sportivo

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