
De Laurentiis pone le basi della ‘scugnizzeria’
Quando lo scorso anno arrivò Antonio Conte a guidare il Napoli, nessuno pensava che in un anno il work in progress sempre proclamato dal presidente De Laurentiis divenisse addirittura rivoluzionario.
Vent’anni per costruire un’industria solida in un panorama di poche certezze, portando il Napoli dalla Serie C alla Serie A per poi puntare all’Europa con una costanza meticolosa senza mai perdere di vista i bilanci, per diventare poi protagonista del film capolavoro.
Quest’anno, finalmente, ADL può sorridere al di là di risultati che possono o non possono arricchire una società che può competere ad altissimi livelli: secondo scudetto in tre anni, soldi in cassa per un mercato stellare; Napoli che diventa l’obiettivo di campioni europei; programmi ambiziosi per stadio e centro sportivo, scugnizzeria che diventa possibile e infine una tifoseria che applaude il presidente. Inutile e sgradevole ricordare le accuse rivolte per anni ad un padre-padrone che non voleva spendere e che invece vedeva le strade che altri evitavano.
Oggi tutto ruota attorno a lui e si attendono novità sul nuovo centro sportivo che permetterebbe la realizzazione di una “cantera” napoletana. Nel lontanissimo 2011, Aurelio De Laurentiis, in una conferenza stampa a Barcellona a poche ore dal trofeo Gamper, in cui il suo Napoli avrebbe affrontato la squadra di Guardiola, annunciò il nuovo nome del settore giovanile del Napoli: “Si chiamerà Scugnizzeria – disse – e si ispirerà alla Cantera del Barcellona”.
Non accadde allora e non è “ancora” accaduto oggi: ma trattenere Giuseppe Ambrosino e Antonio Vergara in lista, chiudere il mercato con l’acquisto di un giovane talento qual è Francisco Baridò, significa credere nel “progetto giovani”.
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