Quanto vale il piazzamento finale in Serie A
Le prime quattro in classifica partecipano di diritto alla Champions League che apre uno scenario totalmente diverso in termini di bilancio, di mercato, di investimenti. Tuttavia c’è da considerare che non tutte e quattro le squadre riceveranno lo stesso bottino. Calcio e Finanza ha fatto i conti per capire le differenze economiche tra il primo e quarto posto.
Quanto vale piazzamento Serie A
La Serie A si prepara a mandare in scena gli ultimi incontri della stagione, con i verdetti ancora tutti da scrivere. Dalla lotta Scudetto – che vede protagoniste Milan, Napoli e Inter – alla corsa salvezza, passando per la sfida per un piazzamento europeo, sono ancora tantissime le “partite” aperte nell’edizione 2021/22 del massimo campionato italiano.
Il piazzamento finale in Serie A non è però importante solamente da un punto di vista del risultato sportivo, ma anche sul fronte meramente economico. Concludere la stagione con più o meno punti – e di conseguenza in una determinata posizione in classifica – porta a ricavi differenti per le società tra quelli che vengono distribuiti per la voce “diritti televisivi”.
La ripartizione dei diritti tv
La ripartizione dei proventi da diritti tv, infatti, viene effettuata sulla base dei criteri imposti dalla Legge Melandri (revisionata poi dalla riforma Lotti) e che prevede una distribuzione delle risorse provenienti dalla commercializzazione delle partite come segue:
50% in parti uguali;
30% in base ai risultati sportivi (di cui il 12% basato sul piazzamento e il 3% sui punti della stagione in corso, il 10% sulla base dei risultati conseguiti negli ultimi cinque campionati e il 5% sulla base della graduatoria formata tenendo conto dei risultati sportivi conseguiti a livello nazionale e internazionale dalla Stagione Sportiva 1946/47 alla sesta antecedente a quella di riferimento);
20% in base al bacino d’utenza (di cui 8% in base alla audience televisiva certificata Auditel e 12% in base agli spettatori paganti)
La classifica dal 1° al 20°
Nel complesso, dunque, il 12% delle risorse finali viene distribuito tra i club in base alla posizione in classifica. Per la stagione 2021/22 parliamo di 113 milioni di euro, con un massimo di circa 17,6 milioni di euro per il primo posto e un minimo di quasi 400mila euro per l’ultimo. Considerando la sola parte di ricavi da distribuire sulla base della classifica di questa stagione, queste sono le cifre che i club incasseranno, dal 1° al 20° posto:
17,6 milioni di euro
14,8 milioni di euro
12,7 milioni di euro
10,6 milioni di euro
9,2 milioni di euro
7,7 milioni di euro
6,3 milioni di euro
5,6 milioni di euro
4,9 milioni di euro
4,2 milioni di euro
3,5 milioni di euro
3,2 milioni di euro
2,8 milioni di euro
2,5 milioni di euro
2,1 milioni di euro
1,8 milioni di euro
1,4 milioni di euro
1 milione di euro
0,7 milioni di euro
0,4 milioni di euro
Chiaramente, se la differenza tra un nono e un decimo posto è minima, quella tra quarto e quinto o tra sesto e ottavo non si esaurisce nei pochi milioni di euro di divario, ma in quel caso il risultato sportivo – fondamentale per la qualificazione in Champions o in Europa League – sarà fondamentale per i bilanci 2022/23.




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