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Rapporti Juventus FIGC, la Procura di Roma indaga

“Le indagini sono ancora in corso essendoci segretezza: abbiamo difficoltà a ricevere informazioni”. Così l’avvocato Roberto Iacono ha dichiarato in diretta a Punto Nuovo Sport Show parlando delle indagini  della Procura di Roma sui rapporti tra la Juventus, la Figc e l’AIA. Calciomercato.com ha riportato le dichiarazioni dell’avvocato Iacono che ha messo in luce aspetti che non appartengono soltanto alla morale o all’etica, quanto all’art. 10 del codice Figc che si occupa di conflitti d’interessi: Juventus-Fiat-Exor-Borsa-Aia. La Procura di Napoli ha ricevuto l’esposto e  la Procura di Roma approfondirà, per competenza, la correttezza della sponsorizzazione che la Fiat fa alla Figc.

“Abbiamo ricostruito i legami che ci sono tra la Fiat e la FIGC. – ha dichiarato l’avvocato Iacono – Abbiamo posto all’attenzione della Procura, presentando un esposto alla Procura di Napoli, con la Procura di Roma che ha preso gli atti per competenza la sponsorizzazione che la Fiat fa alla FIGC, contestando il conflitto di interessi nel caso di specie, denunciando l’irregolarità rispetto a situazioni anche solo apparenti. Andando a ricostruire la storia della Fiat, con le ripercussioni che si hanno in borsa rispetto all’andamento sportivo della Juventus, si torna sempre a quella che è la sponsorizzazione verso la FIGC e l’AIA. Attualmente siamo in attesa di riscontri, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti. Le indagini sono ancora in corso, essendoci una segretezza, abbiamo difficoltà a ricevere informazioni. I rapporti sono Juventus-Fiat-EXOR-quotazioni in borsa-FIGC-AIA. La questione non è solo morale ed etica, ma il codice FIGC all’articolo 10 si occupa proprio di conflitti d’interesse. È chiaro che nel momento in cui una società come la EXOR, azionista di maggioranza della Fiat, della Ferrari e della Juventus, vi è già un conflitto d’interesse. Non credo neppure sia un conflitto d’interesse d’apparenza, così come non lo è la relazione tra titoli in borsa della Juventus ed i risultati sportivi. Abbiamo chiesto alla Procura di far luce su queste circostanze”. 

Intanto Intesa Sanpaolo è pronta ad approvare il discusso prestito da 6,6 miliardi di euro con garanzia pubblica a favore di Fca.  Alta finanza di difficile comprensione quando entra in gioco e a scacchiera un’industria che dalla storia ha ereditato soltanto la F, (di Fiat) perché la C e la A appartengono all’economia multinazionale. E allora l’importanza di liquidità per il settore automobilistico travolto dalla crisi Covid 19, (che però ha messo a nudo una crisi preesistente) si può ben capire ma il commento di Pier Luigi Bersani, ben sintetizza tutti i dubbi: “Alla buon’ ora ci accorgiamo che FCA non è più un’impresa italiana… e c’era il centrosinistra a governare quando è successo, e mi ricordo che queste scelte sono state pure applaudite. Detto ciò, se un’impresa chiede un prestito rispettando le norme, il vincolo della garanzia statale può esserci solo in base a come vengono spesi quei soldi lì. Non c’entrano le colpe del passato. Poi dobbiamo dire che spostare la sede all’estero, e pagare i dividendi, in un momento così non è una buona cosa anzitutto per la reputazione di quell’impresa”.

La FCA chiede dunque un prestito per una crisi di liquidità ma i corposi dividendi (extra) non si toccano perché John Elkann dice che il dividendo è scritto nella pietra. Da un lato la Procura di Roma dovrà accertare i rapporti tra Juventus-Exor-Borsa-Figc-Aia, dall’altro la politica dovrà verificare le garanzie di un prestito ad una megasocietà che di italiano ha poco e nulla. Vasi comunicanti dove la Juventus è un piccolo ingranaggio di pubblicità.

 

Diana Miraglia

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