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Rischio zero non esiste, ma l’industria calcio prova a ripartire

Sarà il Governo a decidere quando riprenderanno gli allenamenti, ma, intanto il Presidente della Figc Gabriele Gravina ha trasmesso al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e al Ministro della Salute Roberto Speranza il protocollo ufficiale con le linee guida che tutte le squadre dovranno seguire per tornare all’attività. 47 pagine divise in due parti con le norme e le misure da adottare  durante gli allenamenti partendo dal principio che il rischio zero, in assenza del vaccino, non esiste. Nel protocollo si indicano le norme per ridurre al minimo il rischio contagio partendo dalla sanificazione delle strutture, per poi analizzare la graduale ripresa degli allenamenti.

Almeno tre giorni prima dell’inizio degli allenamenti tutti i giocatori e lo staff tecnico dovranno sottoporsi a visite mediche, a tamponi e a indagine sierologica, e dovranno compilare un questionario per segnalare sintomi, spostamenti e contatti con eventuali soggetti positivi. Diversamente, per i giocatori guariti dal Covid, si effettueranno esami più approfonditi per escludere qualsiasi conseguenza ai polmoni o al cuore.

Per la prima settimana i giocatori, sottoposti ogni giorno ai test sierologici, si disporranno in piccoli gruppi in un ritiro permanente chiuso all’esterno, con l’indicazione di fare la doccia in camera. Nelle settimane successive i piccoli gruppi si allargheranno fino a diventare gruppo squadra con la possibilità di partitelle e schemi di gioco sotto lo sguardo dell’allenatore che dovrà indossare la mascherina.

Infine, nel protocollo sono indicate anche le linee guida per accedere al ristorante dove, con il servizio self service,  accederanno i giocatori a una distanza di due metri, mai entrando a contatto con il personale del ristorante.

Prove generali, dunque, per provare a ripartire (il 4 maggio? ) ipotizzando tre settimane di preparazione atletica prima di continuare il campionato. Lo ha ribadito anche a Che tempo che fa, ieri sera, il presidente della FIGC : “ Sospendere il campionato da parte mia, sarebbe un provvedimento di una gravità inaudita; non sono io il becchino del calcio”.

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