Piovono critiche su Luciano Spalletti dopo l’esordio convincente di Gennaro Gattuso che ha guidato gli azzurri ad una vittoria per 5-0 sull’Estonia. Il giornalista Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera ha scritto: “Gattuso dice che è il suo sistema preferito e non ci rinuncia. Sarà una difesa «rotante». In fase di possesso, Di Marco salirà a sinistra: e, dall’altra parte, Di Lorenzo stringerà al centro. Roba semplice. Schemi banali che, ormai, applicano anche in Prima categoria. Rino ha capito che non è il momento di lavagne, filmati, ossessioni tattiche. Qualche giocatore gli ha riferito che Spalletti li rimbambiva. Te tu ti vai a mettere lì, così poi ci si ritrova tutti insieme laggiù. «Calcio relazionale». Lo chiamava così”. . E, dopo averglielo spiegato, continuava pure a parlargli addosso nello spogliatoio, nella hall dell’albergo, a cena. Poverini: una pressione psicologica insopportabile, debilitante, al punto da essere poi presi a pallate, quasi, da chiunque. Rino ha capito di dover cambiare approccio. Nei quattro giorni di ritiro, a Coverciano, li ha accarezzati con sorrisi complici e premurosi e, sul prato, s’è solo sentito qualche urlaccio. «Forza!». «Vallo a prendere alto!». «Devi chiudere prima!”
Non era facile per Gattuso risollevare il morale di una squadra che sembrava avesse mollato, ma è ancor presto per tirare le somme: lo spirito della squadra, come ha detto più volte Gattuso, è quello giusto, ma la strada resta in salita. Gattuso ha cambiato radicalmente la squadra che con Spalletti aveva fallito con la difesa a tre. Ha semplificato la tattica perché ha dovuto lavorare in poco tempo restituendo fiducia in giocatori che l’avevano persa: e contro l’Estonia poteva bastare anche se per 45 minuti si è lottato contro le streghe e la palla iniziava a pesare. Dunque, Spalletti è il passato che ha trovato un tunnel senza luce come tutti gli allenatori, come tutti i giocatori. Oggi, Italia-Estonia 5-0 ma testa ad Israele con lo spirito giusto che vuole Gattuso.