
Salim Diakite sotto osservazione: è un terzino destro molto promettente
E’ alto 1.87 e pesa 82 kg: Salim Diakite è un difensore del Teramo finito nel taccuino di Cristiano Giuntoli. Per ora è sotto osservazione ma il giovanissimo Salim interessa anche il Parma in serie A e il Pescara, il Lecce e la SPAl in serie B. Classe 2000 Salim Diakite è un terzino destro molto interessante che ha rilasciato una lunga intervista al sito Teramo Calcio, in cui si presenta. “Diaki, si legge sul sito ,ha già fatto emergere le sue doti peculiari di dinamismo e fisicità, lui che ha fatto del calcio una ragione di vita, come suo fratello. Protagonista assoluto con l’Agnonese una stagione fa, considera il campionato italiano perfetto per affinare la tattica e vede in Dani Alves, Hernandez e Walker i suoi modelli, senza porre limiti al suo grande obiettivo: vestire un giorno la maglia della Nazionale…”. Quest’anno, il 4 settembre il Napoli nell’incontro con il Teramo finito 4-0, lo ha incontrato….chissà ad apertura di mercato se Giuntoli deciderà di affondare.
Parlaci delle tue origini e di quando in testa è sbocciato il tarlo del calcio…
Sono nato in un ospedale di Gonesse, ma poi ho sempre vissuto a Les Mureaux, nella banlieue parigina, a venti minuti d’auto dalla capitale. Il mio sogno è sempre stato quello: diventare un calciatore vero e la mia famiglia mi ha appoggiato completamente, perché è un desiderio assolutamente condiviso.
Non sei il solo in famiglia a praticare questo sport, vero?
Ho due fratelli e una sorella, ma è stato mio fratello più grande ad inculcarmi questo desiderio, non credo solo per spirito di emulazione perché è la mia più grande passione. Lui comunque giocava nelle giovanili del Nantes, pochi giorni fa invece ha firmato con l’Andrezieux, nella Serie D francese ed è un difensore centrale. Ci sentiamo spesso e mi stimola sempre a lavorare intensamente per migliorarmi.
Non solo calcio però nella tua dinastia…
Mio padre lavora da tempo con sua sorella nel campo musicale. Lei è Oumou Sangare, una star internazionale ambasciatrice della musica africana nel mondo e che si è già esibita in diverse occasioni anche in Italia.
Ricordaci la tua formazione giovanile.
Ho iniziato a giocare a calcio a 8 anni con il Les Mureaux; dopo sette anni mi sono trasferito nel Mantois per un biennio, quindi ho conosciuto il Portogallo, ma solo per un semestre, militando nel Rio Ave. Il resto è storia recente, con il passaggio all’Olympia Agnonese. Fu un mio amico a consigliarmi di parlare con un procuratore italiano: da lì è nata la mia esperienza italiana.
La difesa è il marchio di fabbrica della tua famiglia, ma in passato hai ricoperto altri ruoli?
Da piccolino li ho girati un po’ tutti, attaccante compreso, ma ho sempre preferito difendere più che far gol.
I tuoi modelli sono Walker (Manchester City, ndr) e Dani Alves (San Paolo, ndr), cosa preferisci di entrambi?
Sono delle icone per me, grandi protagonisti pur tatticamente differenti tra loro. È vero che Alves è più offensivo, ma anche quando scende sulla fascia Walker non scherza per niente. In Serie A, invece, apprezzo il rossonero Theo Hernandez.
Hai citato due terzini, ma ti abbiamo visto disimpegnarti egregiamente anche da marcatore puro…
Mi sento un esterno destro, penso sia il ruolo che più mi si addica, ma se il mister ha bisogno di me posso giocare anche da centrale, avendolo già fatto anche in passato.
Perché l’Italia?
Ho cominciato in Francia, ma ho sempre riconosciuto come fosse fondamentale imparare la tattica individuale e di squadra. E l’Italia rappresenta il top da questo punto di vista e non mi sono lasciato sfuggire questa possibilità. Anche in Francia vedevo spesso in Tv partite della Serie A, mi piace il Milan in modo particolare, anche se sono tifosissimo del Paris Saint Germain: certo, conosco le origini di Verratti, lui è davvero un grande interprete.
Quanto è stata importante l’annata di Agnone?
Quando sono arrivato in Molise ho solo pensato a lavorare al meglio delle mie possibilità: sono andato lì per giocare, non per vacanza. È andata bene perché è un club che punta molto sulla linea verde: ho guadagnato subito la fiducia del mister e una maglia da titolare.
Se fossi un Ds chi consiglieresti dei tuoi ex compagni molisani?
Eravamo davvero un gran bel gruppo, tanto che siamo finiti settimi, ad un passo dai playoff. Faccio quattro nomi: Allegra (ora al Latina, ndr), Nicolao (Pineto, ndr), Diarra (Fiuggi, ndr) e Konè (Torres, ndr). Tra quelli affrontati, invece, l’ex coppia d’attacco del Vastogirardi composta da Kyeremateng – Pettrone, Pera della Recanatese e il fantasista Esposito.
Le principali differenze che scorgi tra Serie D e C?
In Lega Pro si corre di più, la preparazione pre-gara e la tattica poi sono preponderanti.
Chi ti senti di ringraziare per essere arrivato tra i Pro a soli 20 anni?
Tutti i miei allenatori incontrati dalle giovanili, senza dimenticare mister Rullo all’Agnonese e, ovviamente, la mia famiglia.
E di Teramo cosa ci dici?
Sono già stato in centro, la città è carina, mi piace passeggiare e fare shopping.
A tavola qual è il tuo piatto preferito?
Adoro la bresaola e la carne, ma con i ritmi allenanti in preparazione non ho ancora avuto modo di conoscere la cucina teramana e gli arrosticini in particolare.
Se dovessi scegliere un’automobile?
La Mercedes A45.
L’ultimo viaggio?
In Spagna a Benidorm.
Che tipo di musica ascolti?
Sono cresciuto con il Rap, consiglio il francese Niska.
Se non avessi fatto il calciatore saresti diventato…
Un calciatore (ride, ndr).
Un sogno nel cassetto?
Più che una fantasia è un obiettivo: giocare in Nazionale, potendo anche scegliere tra la Francia e il Mali, viste le mie origini. Chissà…
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