
Sarò con te..ma tu non devi mollare” appare banale per chi come De Laurentiis è un pragmatico del calcio
Un ambiente divisivo in un momento tanto delicato può diventare di grave danno al futuro del Napoli. Per otto mesi il presidente ha taciuto, e in una settimana ha diffuso dubbi e incertezze, così come l’ultima dichiarazione che non è piaciuta proprio a nessuno “Il tifoso napoletano va rispettato, ha sempre ragione anche quando ha torto. Vuole vincere ed è giusto che sia così. Uno che tutta la settimana viene vessato da moglie, figli, amanti, padri, capiufficio trova finalmente il suo sfogo…”.
No, caro Presidente, la partita che gioca il Napoli non è un film che si programma nella settimana perché lo spettatore vessato da moglie, figli, amanti, padri, capiufficio trovi finalmente il suo sfogo. La partita è altro, molto altro che non può comprendere chi si è avvicinato a questo mondo esclusivo troppo tardi. Non c’è un paragone tra vedere un film o il Napoli che gioca: due mondi che, per chi nasce nel cinema, non può essere compreso.
Ora che si sta concludendo un bellissimo campionato del Napoli che potrebbe mettere radici per il prossimo, non dovrebbero diffondersi voci sul futuro di Luciano Spalletti, né si dovrebbe – mentre si gioca ancora – parlare di Osimhen e Fabian Ruiz già sul mercato per far cassetta. Luciano Spalletti avrà pure fatto errori tattici, magari avrà comunicato troppo entusiasmo; ha voluto i “fratini” con la scritta “sarò conte..ma tu non devi mollare” che appare banale per chi è un pragmatico del calcio, ma ha dato l’anima, come sempre e sarebbero in fila i club pronti ad offrirgli una panchina d’oro. Lui vuole continuare, ma deve poter agire liberamente supportato e non sopportato.
I tredici anni consecutivi in Europa, unica squadra ad aver raggiunto questo traguardo, dovrebbero essere tutelati anche con obiettivi finalmente ambiziosi senza porre limiti per poter solo contare sullo spettacolo garantito anche per l’anno successivo.
“Vogliamo vincere” urlato dai tifosi non ha senso; ma “vogliamo vincere” gridato dalla dirigenza sarebbe quel sale che è mancato nei momenti decisivi. “Il Napoli è morto”; “Il crollo del Napoli”; “La fragilità del Napoli nei momenti che contano”; “E’ una squadra senza attributi”, questo si è letto su ogni quotidiano o portale: o colpe dei giocatori, o colpa dell’allenatore. Perché non anche del Presidente e del vice-Presidente?
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