
Scivola via l’interesse per il campionato; si cerca di capire gli obiettivi del Presidente
Parlare del Napoli che scenderà in campo domenica poco importa; ormai si sente nell’aria che il campionato è stanco e il tifo vacilla perché nulla, in questi ultimi 180 minuti, può far saltare dalla sedia e mettere a rischio le coronarie. Perché il calcio è questo e chi si è avvicinato a questo sport a 50 anni, può solo avvicinarsi a sentire le emozioni.
E allora si vanno ad analizzare i fiumi di parole di Aurelio De Laurentiis che dopo otto mesi son venuti giù come l’acqua all’apertura di una diga. E si scava per capire che cosa vuol fare del Napoli.
De Laurentiis vuole vendere il Napoli? E’ questione di prezzo?
Le insinuazioni – se tali sono – sulla possibilità di vendere il Napoli arrivano a macchia di leopardo nel corso dell’anno e Enrico Fedele, ex procuratore dei fratelli Cannavaro, a Televomero, qualche giorno fa ha detto: “Il ciclo di Aurelio De Laurentiis a Napoli è finito. Siccome lui ha dichiarato che è un manager, non gli conviene continuare in Campania. Ha fatto quello che doveva fare a Napoli. Ha riportato il Napoli in Champions League, ci sono le condizioni ideali per vendere bene la società”. Poi si scopre che il presidente della Salernitana, aveva offerto 400 milioni per comprare la società azzurra e in più le tante voci dell’interesse di Amazon che appare pure sulle magliette del Napoli.
Secondo punto “ombroso” è legato al rapporto con Spalletti.
De Laurentiis enuncia: l’allenatore è formidabile e l’uomo è serio, per cui nulla da obiettare. Poi scava nel privato del tecnico alludendo ad una precarietà con la famiglia che vive a Milano. E ciò era vero anche quando a dicembre intervenuto alla presentazione del libro per ragazzi “Napoli – I grandi campioni” scritto da Valter De Maggio, disse: “Spalletti è il miglior allenatore che ho avuto nella mia carriera da presidente”. “La sua bravura rispetto ad altri allenatori che ho avuto, è che lui fin dall’inizio sperimentava e faceva girare la rosa facendo giocare tutti ; alla fine uno si rende conto che quello che avevi comprato e che credevi farlocco in realtà era gagliardo e non avevi investito male il denaro”.
Tempo tre, quattro mesi e a tutti è sembrato che l’idillio sia finito, tanto che il presidente sembra aver valutato alcuni nomi in caso di sostituzione. Tuttavia, partire il prossimo anno con la spada di Damocle di un rapporto destinato a chiudersi non alimenta l’entusiasmo che Spalletti ha dimostrato all’ inizio dell’avventura. Con lui poteva e doveva instaurarsi un rapporto di “totale” fiducia per rifondare il Napoli e un progetto vincente lo si costruisce insieme e non ” a tempo”.
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