
Si riparte il 13 o il 20 giugno ma dietro l’angolo c’è il piano B dei play off
Il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina attende l’incontro con il Ministro Spadafora il prossimo 28 maggio per annunciare urbi et orbi, la ripresa del campionato. Anche nel momento più drammatico, quando le vittime per coronavirus allontanavano le menti dal calcio, Gravina pensava soltanto a ripartire: “L’ipotesi di chiudere? No, non posso prenderla in considerazione. Una scelta di questo tipo comporterebbe responsabilità di una gravità inaudita. Non posso essere il becchino del calcio italiano. Difendo il movimento calcistico, ma in generale quello sportivo. Non capisco la resistenza nell’avviarne una valorizzazione”.
Era il 20 di aprile, più o meno e la situazione ancora molto preoccupante; ma il lockdown è ormai alle spalle con le squadre in cerca di tensione agonistica e pronte a ripartire. Il timore resta però dietro l’angolo perché un piano B ed anche un piano C sono stati concepiti perché “il rischio zero”, come ha detto il dottor Castellacci, non esiste. E contro questo possibile piano B molti club si sono schierati contro e Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli ha sbottato: «Non è bello cambiare in corsa. È come se un giorno ci si sveglia e non esiste più il fuorigioco. È una cosa che esula dalla nostra cultura sportiva. Sono cose che vanno pianificate prima, messe ai voti dalle varie componenti e poi eventualmente possono essere attuate».
In realtà, secondo Repubblica, la FIGC sta lavorando concretamente al piano B considerando un play-off tra le prime 6 della classe. Le prime due classificate andrebbero direttamente in semifinale mentre dalla terza alla sesta si svolgerebbero i play-off regolari (terza contro sesta e quarta contro quinta). Stessa regola per le retrocessioni, con dei play-out per le ultime 6. Le altre 8 squadre rimaste fuori si sfiderebbero per un posto migliore nella classifica finale e per il 7 posto che significa Europa League.
E’ al momento solo un’ipotesi poco gradita a molti che ha fatto dire a Marcello Lippi: “I playoff non piacciono a nessuno. Appartengono a tantissimi sport importanti, ma le categorie più alte del calcio sono disabituate“. “Giovedì vertice decisivo? Speriamo non facciano scherzi; c’è da aspettarsi di tutto. Non comprendo, sinceramente, remore così tenaci davanti alla garanzia del rispetto dei protocolli. I giorni più duri sono passati e all’ombra del virus dovremo abituarci, l’importante è seguire le norme per la tutela sanitaria: il calcio le ha stabilite, perciò è giusto che riparta. La mia speranza – ha proseguito – è che non si debba ricorrere a formule inedite e alternative, però finire i campionati è prioritario: interromperli definitivamente, assegnare verdetti in base a una classifica parziale, sarebbe assurdo sul piano economico e sportivo”.
Non sarà sfuggito a Gravina il pensiero di “io speriamo che me la cavo” e il giornalista di Mediaset Sandro Piccinini, si è chiesto:” Se non si riuscisse a finire il campionato giocando tutte le 124 partite rimanenti, il Consiglio Federale ha indicato i playoff/playout come piano B. Oggi vedo che club e molti colleghi sono contrari, ma nessuno indica una terza via. Quale potrebbe essere? Sperare in Dio?”
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