
Si studiano format alternativi per salvare il campionato
Un mese fa l’ipotesi playoff sembrava lontanissima in una atmosfera di ottimismo che spingeva a riaprire gli stadi con un 20 per cento di spettatori rispetto alla capienza. Oggi con lo stato d’emergenza prorogato al 31 gennaio per una curva di contagi preoccupante, si pensa a come salvare un campionato. Il caso Genoa che ha generato il caso Juve-Napoli che avrebbe potuto generare un caso Juve, se da un lato lascia le decisioni “da campo”al Giudice Sportivo, dall’altro lato mette in allarme i vertici del calcio a prendere in considerazione quel piano B di cui si parlava a maggio: studiare alternative per proseguire il campionato già intasato dove non esistono spazi per recuperi in caso di bisogno. Siamo appena alla terza giornata, Juve-Napoli non è stata giocata e se si decidesse di rinviarla si riuscirebbe a trovare un “buco” il 13/14 gennaio, prima di una classica Inter-Juve e (forse) della Supercoppa tra Napoli e Juventus.
E allora la soluzione dei playoff sembra concretizzarsi: – Una post season divisa in due fasi, possibile con la conclusione del girone d’andata. Qui ci sarebbe una prima fase in cui ogni squadra affronta un limitato numero di avversarie vicine in classifica, per la cosiddetta “fase orologio”. Al termine di questa, sommando la classifica a quella del girone d’andata, si avrebbe la classifica definitiva. Conclusa questa fase, ci sarebbero i playoff con incontri per Scudetto, Europa League, centro classifica e salvezza.
– La seconda ipotesi riguarda una final eight secca, senza tante aggiunte. Una sorta di copia di quanto visto in Champions ed Europa League: gare di andata e ritorno, vantaggio per chi è meglio piazzato in classifica, possibile location unica.
Soluzioni, o meglio alternative che non piacciono ma che oggi vengono prese in considerazione anche dall’Associazione Italiana Calciatori. Il vice presidente Umberto Calcagno, ha rilasciato a Radio Sportiva alcune considerazioni a conferma del momento delicatissimo: “Come ribadito dal Ministro Spadafora e dal Presidente Federale Gravina, oggi il protocollo è l’unica modalità corretta per tutelare la salute dei calciatori e preservare la regolarità dei campionati. Una eventuale ‘bolla’ stile NBA mi pare improponibile. Dovremo capire di giorno in giorno quale sarà l’evolversi della pandemia e dei numeri, e farci trovare pronti. Quello che è successo al Genoa è un caso abbastanza particolare, anche perché il protocollo fino a quel momento aveva funzionato bene; quindi, su possibili cambi di format di cui si discute da tempo dobbiamo essere pronti ad affrontarli nel momento in cui dovessero cambiare le condizioni dei contagi. I calendari sono intasati ed è un problema che ci stiamo ponendo anche a livello europeo. Non si tratta di essere favorevoli o contrari ai playoff, ma di essere pronti a trovare soluzioni alternative perché abbiamo una forte responsabilità di sistema, dal calcio di base a quello apicale”.
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