
Sky Sport, calano gli ascolti e la terza rata può attendere
Sono significativamente mutate le abitudini dei tifosi che dopo il lockdown hanno mostrato molto meno interesse alla ripresa del campionato; dai dati raccolti e pubblicati dal Corriere della Sera, emerge che circa il 50 per cento degli habitués di calcio sport ha rinunciato a seguire una partita. Un’overdose di calcio? Orari scomodi? Atmosfera falsamente festosa? Stadi vuoti? O piuttosto la rinuncia all’abbonamento Sky?
Il Corriere della Sera parte da un piccolo raffronto fra gli spettatori alle gare di Sky della 30ª giornata e l’equivalente nel girone d’andata: se nell’undicesimo turno di A gli spettatori delle sette partite furono complessivamente 6 milioni, nello scorso week-end sono stati 3 milioni e mezzo. E ancora: nell’éra del pre Covid (dalla 18ª alla 24ª giornata ad esempio) su Sky l’ascolto medio cumulato di un turno di campionato fu 6 milioni e mezzo di telespettatori, scivolati a 4 milioni negli ultimi quindici giorni (ovvero dalla 27ª alla 30ª giornata).
Questi dati non sono certo sfuggiti alla dirigenza Sky che già sta vivendo un momento di crisi al punto da rinunciare a ben otto canali e cercando la via di fuga nella telefonia. Da qui il conflitto con la Lega che pretende il pagamento della terza rata dei diritti Tv mentre Sky chiede uno sconto del 15/18 per cento sul prossimo anno. Sulla questione è intervenuto il Tribunale di Milano che ha accolto il ricorso di ingiunzione, ma ha stabilito che il decreto non ha immediata esecutività. Sky ora ha 40 giorni di tempo per presentare opposizione e successivamente potranno trascorrerne altri 90 prima che venga fissata un’udienza. In questo nuovo contesto cadono i presupposti legali per spegnere il segnale alla tv dopo il 12 luglio, come era stato minacciato.
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