Una big oltre la Supercoppa
Ma questa Supercoppa vinta dal Napoli è il punto esclamativo dello scudetto conquistato ‘na sera e maggio o è la premessa di un nuovo ciclo? Il dubbio legittimo sorge da come il Napoli abbia vinto sia con il Milan che poi con il Bologna. E soprattutto con il Bologna quando il Napoli ha messo a tacere anche coloro che hanno sempre ritenuto il gioco di Conte privo di estetica costringendo finanche il giornalista Sandro Sabatini, sempre caustico e velenoso a dire: “ Un super Napoli, un Super Conte, un Super Neres ed ecco che il Bologna appare più piccolo di quel che è”. E infatti il Napoli che ha vinto la Supercoppa, ha espresso “ il calcio” senza dare lezioni a nessuno perché il bello resta in cornice.
E qui nasce il legittimo dubbio se la Supercoppa sia la conseguenza del Napoli Campione d’Italia oppure la premessa di una squadra che sta percorrendo il ciclo delle big. Antonio Conte alla domanda se si senta più vicino a Juve, Inter e Milan ha risposto: “Non siamo assolutamente pronti per comandare. In questo periodo in campionato dobbiamo stare quanto più attaccati alla zona Champions, quei quattro posti saranno molto difficili Non siamo assolutamente pronti, non siamo neanche vicini“.
Una risposta – quella di Conte – che guarda soltanto al palmares delle tre squadre alle quali il Napoli da un po’ di anni dà molto fastidio al punto che spesso le potenti big del Nord guardano al passato non riuscendo a produrre un presente. Manuel Locatelli, modesto ma diligente capitano della Juve, fu molto esplicito ai microfoni di Rai Sport dopo la sconfitta a Napoli: “ Basta paragoni con la Juventus del passato, c’erano giocatori diversi.” Ma fa bene Conte, non fidandosi della passionalità nociva dei tifosi partenopei eternamente seduti sull’altalena, a smorzare manie di altezza. Tuttavia, in vent’anni Aurelio De Laurentiis ha costruito una quadra che ha un suo percorso sempre “ad alta velocità” con una sola pausa europea, quella post-scudetto, analoga alla pausa Milan, analoga alle pause bianconere che non hanno però minato le manie di grandezza.
Ad Antonio Conte un tappeto rosso per come ha saputo modellare la squadra, adattarsi alle emergenze, a riemergere da quel decimo posto: ma né Conte, né gli opinionisti, né i tifosi devono dimenticare che soltanto un paio di allenatori hanno fermato l’avanzata azzurra. Benitez, Ancelotti, Sarri, Spalletti hanno posto le basi perché il Napoli camminasse sempre oltre l’ostacolo.




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