
Superlega al capolinea, cosa ne resta?
Il Milan ha perso in rimonta contro il Sassuolo e la Juventus ha vinto, anche lei in rimonta, sul Parma per 3-1. L’Inter ha pareggiato 1-1 contro lo Spezia.
Oggi però le 3 squadre più blasonate della Serie A non fanno notizia per i risultati ottenuti sul campo, ma per le tante dichiarazioni per bocca dei loro amministratori. Dopo il cambio di rotta dei club inglesi, prima i nerazzurri e poi i rossoneri si sono svincolati dal progetto, e con loro anche i club spagnoli. Infine anche Agnelli, che a sorpresa si è scoperto uno dei principali promotori della nuova coppa, si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti, ed ha dichiarato: “francamente, no. Non si può fare un torneo a sei squadre”.
Nelle ultime ore, comunque, non sono arrivate solo le parole del presidente bianconero, ma anche degli altri interessati, come quelle del Milan e di Maldini, il quale giura di non essere stato informato della decisione del suo club, mentre l’Inter ha dichiarato di non essere più interessata al progetto.
Il lettore si senta pure libero di reagire come crede, con una grassa risata o con una smorfia di amara rassegnazione.
In queste ore concitate in cui le notizie si rincorrono e le dichiarazioni anche, si può comunque tentare di prendere un respiro profondo e pensare che cosa resta di questo stranissimo inizio di settimana.
Fuori dalla melensa retorica di un calcio che in passato apparteneva soltanto ai tifosi, e ben consci che ormai da decenni questo sport è anche economia, milioni, politica, la brevissima durata del progetto di una nuova coppa europea dimostra che è rimasto comunque dell’altro, o almeno che ci sono anche altri interessi economici da tenere in considerazione, non solo quelli dei più grandi. E non è poco: quando ad esempio si dice che Ronaldo o Messi sono delle aziende. È appunto “quell’altro” che nulla ha a che fare con il calcio. Ronaldo o Messi producono magliette e il nome è un marchio che produce soldi, così, su questa base è nata l’idea della Superlega.
Che UEFA e FIFA hanno poi di che riflettere, sia sul passato che sul futuro della loro gestione della macchina calcio, è altra storia.
Il progetto della Superlega è stato un esempio concreto di come la pandemia abbia accelerato processi già in atto prima dell’emergenza, che la crisi economica che ne è seguita ha solo catalizzato ed aggravato.
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