INSIGNE – “Un capitano non lascia in 10 la propria squadra: mi dispiace ed ora bisogna guardare avanti. Dobbiamo scendere in campo concentrati e fare i tre punti”. Lorenzo Insigne prenderà per mano il Napoli allo Stadio Diego Armando Maradona e punterà alla vittoria scacciacrisi perché la sconfitta subita all’Olimpico, sul piano del gioco, non si può proprio giustificare. Forse erano messi male in campo, ma certamente non hanno mostrato quella grinta che era necessaria per gettare il guanto di sfida, per giunta alla vigilia di una sentenza che potrebbe (potrà) raddrizzare al 50 per cento un’ingiustizia subita.
IL FALLO SU KOULIBALY – Non c’è stato ritmo, né visione di gioco e l’assenza di Insigne e Mertens con un Koulibaly in chiara difficoltà per l’infortunio che si era fatto sentire, hanno reso il Napoli triste. Poco reattivi, poco brillanti e prevedibili: e si può continuare. Eppure neanche è stato rivisto da Orsato ( al VAr Mazzoleni) il fallo in area subito da Koulibaly in quell’azione convulsa che ha graziato Reina. In quell’azione Koulibaly è stato spintonato in area ma non ha sbraitato, non ha richiamato l’arbitro Orsato notoriamente suscettibile, né le immagini e men che meno i commenti hanno fatto cenno di un episodio che poteva mutare la partita. La Lazio è squadra che ha vinto un posto in Champions e un Immobile che ha vinto la scarpa d’oro beneficiando di 18 rigori. E il Napoli? Giusto a riproporre il film “ieri, oggi, domani” , il Napoli non subisce falli in area ma li commette.
Bisogna però stringere i denti per un momento “no” a distanza di un anno: lo scorso campionato è stato il più difficile della gestione De Laurentiis vivendo una crisi profondissima che avrebbe potuto avere conseguenze negli anni, spezzando quella continuità in Europa che consente al club azzurro di essere tra le prime 20 nel Ranking Uefa.
Un traguardo che insegue l’Inter e il Milan e che il Napoli mantiene da anni. Una partita da dimenticare per rialzarsi.