
“Top 11” azzurra: Ciro Ferrara
“Una volta gli ho detto che era il miglior difensore del mondo. Non so se era vero, ma io la sentivo così. Gli voglio talmente bene… Il miglior amico che mi abbia lasciato il Napoli”. Diego Armando Maradona su Ciro Ferrara.
322 presenze, due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana. Ciro Ferrara è stato il volto napoletano della grande stagione di successi del Napoli. Lo scugnizzo dal volto buono, un difensore di grande pulizia tecnica, ma soprattutto un giocatore capace di mostrare grande maturità fin da giovanissimo.
D’altronde, Ciro qualche sfida l’aveva dovuta vincere anche fuori dal campo da gioco. A quattordici anni gli viene diagnosticata il morbo di Osgood-Schlatter: per qualche mese di giocare non se ne parla, e anzi è costretto ad usare una sedia a rotelle. “Così potete tenermi sotto controllo visto che quando sono sano non ci riuscite mai”, scherza con i genitori.
Dopo la trafila nelle giovanili azzurre, il debutto è quello dei predestinati. Esordisce in prima squadra il 5 maggio 1985, a 18 anni e tre mesi, subentrando a Moreno Ferrario in un Napoli-Juventus. Le gambe non tremano, la Juventus non passa: la partita finisce 0-0.
Nel 1986/87, arrivano i primi titoli, con Ferrara protagonista. In campionato, è regolarmente nella formazione titolare (28 presenze), ed arrivano anche due gol, contro Torino e Brescia. Anche in Coppa Italia collezione otto presenze, con il Napoli vincitore nella doppia finale contro l’Atalanta.
La stagione successiva non è altrettanto fortunata. Il Milan di Van Basten si impone in campionato, e Ferrara gioca 23 partite condite da una rete.
Ma il gol che è ancora nel cuore di tutti i tifosi azzurri arriverà l’anno dopo, nella stagione 1988/89. Non in campionato, ma in finale di Coppa Uefa. Il Napoli affronta lo Stoccarda: dopo essersi imposto per 2-1 al San Paolo negli ultimi minuti, la partita in Germania si preannuncia ostica. Dopo il vantaggio di Alemao, proprio Ciro perde in marcatura Klinsmann: è 1-1 dopo 27′. E’ allora che dimostra tutta la sua personalità, e dieci minuti dopo firma il nuovo sorpasso su assist di Maradona. Grazie al 3-3 finale, la Coppa Uefa è del Napoli, per la prima volta nella storia.
L’anno dopo, con 33 presenze è, insieme a Romano, il più impiegato da Bigon in Serie A. Ed il 29 aprile, contro la Lazio, arriva il secondo scudetto, all’ultimo respiro. Il primo settembre, con un pirotecnico 5-1 ai danni della Juventus, gli azzurri sollevano al cielo anche la prima Supercoppa Italiana. Ferrara ha soltanto 23 anni.
Resterà in azzurro per altre quattro stagioni, in una fase di turbolenza sportiva e ristrutturazione societaria. Nell’estate del 1994 passa alla Juventus per 9,4 miliardi di lire. Giocherà in bianconero fino al 2005. Dice addio al calcio con una partita di esibizione con vari campioni del Napoli di Maradona e della Juventus.
Proprio Diego torna per la prima volta a Napoli dopo quattordici anni, a dimostrazione di un legame mai spezzato con Ciro ed il suo Napoli.
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