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Tornare a giocare per provare a rialzarzi, ipotesi di cinque sostituzioni

 

In attesa di poter programmare la conclusione del campionato 2019/2020, sia l’UEFA che il Presidente della Federcalcio hanno manifestato la determinazione a concludere sul campo la stagione, pena l’esclusione dalle Coppe Europee.

Così, se il Belgio resta l’unica Lega a dichiarare chiuso il campionato, la Bundesliga e la Premier intendono andare avanti ipotizzando date e format per  una possibile ripresa delle attività e la decurtazione degli stipendi dei calciatori alla luce dell’ enorme impatto economico causato dallo stop ai campionati.

Tra le varie possibili soluzioni, quella che sembra incontrare maggiori adesioni  è quella di completare il campionato , prevedendo di giocare le partite che mancano ogni tre giorni sino al termine.

 Questo, a parte la necessità di consentire ai calciatori di ritrovare una ‘almeno’ decente condizione, avendo interrotto da tempo  gli allenamenti,  porterebbe  ad un impegno supplementare per il quale sarebbe opportuno consentire l’utilizzo di tutta la rosa a disposizione delle squadre : e dai media britannici la proposta di un maggior numero di sostituzioni a partita, ovvero una deroga, solo ed esclusivamente per questo scorcio di campionato e giustificata dalla eccezionalità della situazione, che consentirebbe di portare sino a cinque le sostituzioni per ogni partita, al fine di consentire un maggiore utilizzo di calciatori.

Oltre a ciò si dovrà considerare anche l’eventualità di giocare senza VAR come ha sottolineato Marcello Nicchi che ha dichiarato: “Potremmo essere costretti a ripartire senza VAR . Oggi per il VAR si usano ambienti angusti, ci sono operatori che lavorano vicini ad altri e non si può sapere chi ha frequentato chi.  Si corre il rischio che non ci siano le dovute distanze di sicurezza”.

Pare dunque assodato il “purchè si riparta”, magari con la decurtazione degli stipendi a dar ossigeno a club in gravissime difficoltà al punto che Aurelio De Laurentiis, in assemblea ha urlato: “”Che senso può esserci a certificare queste perdite? Perché dobbiamo far sapere i fatti nostri? Perché sponsor, tifosi e fornitori devono conoscere questi dati?”

 

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