Skip to content

Travolgere il Sassuolo non basta; c’è troppa voglia di distruggere

Il Napoli, ufficialmente in Champions dopo il pareggio della Roma,  prepara la trasferta per Torino in programma sabato 7 maggio alle ore 15, non riuscendo però a venir fuori dal pantano che si è formato dopo la sconfitta con l’Empoli. I più critici  hanno subito tracciato  il percorso negativo dalla mancata vittoria con il Milan, il pareggio con la Roma fino al tuffo a Empoli. I più scrupolosi affondano i rimpianti sin dal secondo tempo della partita con l’Inter per non poter mai perdonare i tonfi con Empoli e Spezia:  senza errori il Napoli sarebbe a 84 punti.

In queste ricostruzioni  che dovrebbero spiegare il perché il Napoli sia “soltanto” terza in classifica, si son volatilizzati i torti arbitrali e si sono dimenticati gli infortuni che hanno costretto l’allenatore a mandare in campo -non una sola volta- gli unici 11 arruolabili, neanche  titolarissimi anche se Luciano Spalletti ha sempre negato che vi siano uomini da panchina.

Adesso l’esercizio dominante, dopo che alcuni portali e quotidiani avevano dichiarato che “il Napoli è morto”, è quello di  vedere uno scontro al vertice tra Mertens che si dichiara “deluso” e Spaletti che ritiene un grande campionato quello fatto dal Napoli. E’ il gioco delle parti interpretato anche dai milioni di tifosi che seguono il Napoli nuovamente divisi tra i delusi che contestano e coloro che ritengono un terzo posto (da difendere con le unghie)  un traguardo importantissimo.

Ormai da molti anni a questa parte, Napoli applica soltanto la pars destruens ( distruttiva) del metodo baconiano cogliendo ogni più piccolo dettaglio che annulla il presente e il futuro.  Sin dallo scorso campionato, l’analisi di quel Napoli-Verona è giunta a ipotizzare la volontà del Presidente a non  entrare in Champions, mentre negli spogliatoi era pronto lo champagne. Quest’anno, il fenomeno Spalletti è stato tale fino ai primi inciampi: arbitri, covid, Coppa d’Africa, infortuni muscolari, il dramma di Osimhen: tutti nello stesso momento a sommarsi senza che il tecnico abbia mai addotto alcun alibi. Un’altalena di risultati com’è accaduto a  tutte le squadre di questo campionato (e non con questi problemi) senza che alcuna possa dire di aver avuto un percorso netto.

Il Napoli, da ieri sera, è una delle quattro squadre che parteciperanno alla Champions League, massima competizione cui aspirare, ma sarebbe importante che si cercasse la parte “costruens” del metodo baconiano. Luciano Spalletti sarà l’allenatore del Napoli 2022/23 e sbaglierà ancora, ma l’ambiente, l’aria che respira, le strade che attraversa, le polemiche interne, le discussioni, le scelte dovranno (dovrebbero ) essere rispettate pur se non condivise. Per distruggere occorre un lampo, per costruire un secolo.

Comments (0)

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Back To Top