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Massima tensione in vista della partita Italia-Israele

Questa sera l’Italia sfiderà Israele per blindare il secondo posto e assicurarsi l’accesso ai playoff, eppure in città si pensa ad altro.

Mentre  Roberto Novelli, consigliere regionale di Forza Italia dichiara che “oggi partecipare a questa partita significa ribadire che lo sport deve restare fuori dalle contese politiche e ideologiche e che un processo di pace fragile, complesso, ma possibile merita il sostegno di chi crede nella diplomazia, non nella guerra perpetua”, a Udine migliaia di persone saranno presenti alla manifestazione per la Palestina e contro il genocidio. “Meglio fuori dai Mondiali che complici di criminali” ha dichiarato Martina, calciatrice dell’Ardita Giambellino, squadra di calcio popolare della periferia milanese. Alle 17,30 in piazza della Repubblica un corteo arriverà fino a piazza Primo Maggio per ribadire che “Prima di essere calciatrici e calciatori, siamo persone,  facciamo parte della società e crediamo che come persone possiamo far sentire la nostra voce”.

Intanto Udine è una città blindata: il prefetto Domenico Lione ha firmato un’ordinanza che prevede una serie di divieti validi dalle 8 alle 24, e comunque fino al termine del corteo. L’hotel Friuli, in centro a Udine, dove alloggia la nazionale israeliana, è completamente isolato e anche i giornalisti hanno fatto sentire la loro voce.

Secondo il comunicato ANSA : Sono 250 i giornalisti morti a Gaza, il “conflitto più letale mai registrato per raccontare i fatti nel rispetto della libertà di stampa”. E’ per questa ragione che l’Ussi, Unione Stampa sportiva Italiana, testimonierà la propria “solidarietà partecipando agli appelli per una pace definitiva” e lancia un messaggio contro ogni forma di guerra: in occasione di Italia-Israele a Udine domani verrà consegnato da rappresentanti Ussi in tribuna stampa e a bordo campo ai fotografi un fiocchetto nero per “ricordare la tragedia e il lavoro dei cronisti di penna e per immagini e per auspicare che ci sia una fine definitiva del conflitto per un futuro senza armi”.

In una nota Ussi sottolinea che “i giornalisti sportivi raccontano attraverso lo sport pezzi di vita e non dimenticano i conflitti e raccontano con un linguaggio universale storie, persone e territori”. (ANSA).

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