Contropiede Azzurro

Una mezz’ora basta al Napoli per vincere non per convincere

Più o meno dopo il primo quarto d’ora del secondo tempo è cominciata Rijeka – Napoli o meglio il Napoli ha cominciato a ragionare. Anche Gattuso ha parlato di una partita “ a tratti imbarazzanti”, un eufemismo per dire che il Napoli non era sceso in campo lasciando ogni iniziativa al Rijeka che riusciva a chiudersi come un riccio e sprintare come una gazzella trovando dei bradipi consenzienti. Il primo tempo poteva finire 3-0, e invece quella zampata di Demme a due minuti dalla fine del primo tempo ha segnato la partita. A inizio secondo tempo un palo salva ancora il Napoli che finalmente ricorda come si gioca e segna il gol vincente.

Rino Gattuso, a fine partita ha ammesso le grandi difficoltà che gli azzurri hanno incontrato: “Per me meritavamo anche di andare sotto 2-0 nei primi 30 minuti, a tratti imbarazzanti senza marcature preventive, tante improvvisazioni, sembrava che ci siamo visti stamattina e ci siamo messi la maglietta per giocare insieme. L’avevamo preparata bene perché sapevamo che poteva metterci in difficoltà, non mi è piaciuto l’atteggiamento, mai una seconda palla conquistata, mai una scappata dietro, sempre due contro due in ogni zona. Nella ripresa siamo venuti fuori, li abbiamo messi lì, meglio nelle preventive, in questo momento dobbiamo migliorare nella continuità di prestazione per 90 minuti. Con l’AZ e il Sassuolo abbiamo perso, ma non con questa fatica di oggi, abbiamo sofferto le loro caratteristiche! Da rivedere la mentalità, non possiamo avere questi alti e bassi”. 

Alla fine è andata bene per il Napoli e, in fondo anche per il Rijeka perché il calcio è strano e la partita poteva finire 1-5 se il portiere non avesse sfoderato superpoteri nascosti, se il palo non avesse intralciato, se Lorenzo non avesse sparato alto. Ma al Napoli si chiede di più, o meglio si chiede un equilibrio che stenta a raggiungere.

E’ ben evidente che Gattuso nel corso di 11 mesi abbia sperimentato il modulo più adatto al Napoli e che a 42 anni sia ancora alla ricerca di un sistema di gioco che dia garanzie. Nel Milan da lui guidato che perse contro il Rijeka per 2-0, giocava con un 3-5-2 e quando è arrivato a Napoli disse che il 4-4-2 non gli piaceva. E da allora si è visto un Napoli poliedrico: il più bello, il più cattivo, il più scaltro è stato quello che ha conquistato la Coppa Italia. Poi tante facce che devono confluire nel 4-2-3-1 anche quando non funziona e non facilita la verticalizzazione.

C’è da lavorare verso una flessibilità che non inceppi la macchina rendendo il gioco macchinoso e poco fluido perché quando il Napoli inizia a giocare, incanta. Un momento prima ti addormenta, per poi trovare giocate di classe: Insigne lascia con eleganza a Ghoulam che crossa per Zielinski. Una perla, una delle tante in un mare che sembrava scuro.