C’è una protesta silenziosamente nera che corre in rete. Ma di un silenzio assordante, che fa quasi male. Perché nel 2020 in America ancora si muore, se sei nero.
#blackoutTuesday è un messaggio di solidarietà verso la comunità afroamericana (e verso coloro che negli Usa stanno combattendo l’ingiustizia sociale) che corre nelle ultime ore in rete perché è giunto il momento dell’ascolto e della riflessione.
Basta oppressione, basta razzismo e basta odio, basta morti come Floyd e basta respiri spezzati senza motivazione.
Anche l’Italia in queste ore è teatro di #blackouttuesday: segnali inequivocabili sono giunti – tra gli altri – da Dybala, Bernardeschi, Matuidi, Danilo, Candreva, Eriksen, Asamoah, dal Milan (con le bacheche interamente nere) dalla Roma con un post contro il razzismo raffigurante un inchino di Juan Jesus, dal Toro, con la squadra altrettanto inchinata. E da alcuni giocatori del Napoli come Dries Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Maksimovic, Ospina, Fabian Ruiz, Milik e il capitano, Lorenzo Insigne.
Ma la speranza è anche che la memoria – a questo punto – non diventi troppo corta, da ogni parte la si guardi e qualunque casacca si indossi. E che si possa condannare, senza se e senza, ciò che capita solitamente negli stadi di casa nostra, evitando di fingere, se è possibile, di non aver sentito nulla.