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Il triplice fischio sconfigge un tabù

Domenica scorsa, quel triplice fischio che sanciva la vittoria del Napoli sulla Fiorentina è stato salutato come una liberazione da una sorte di tabù. Nell’anno in cui il Napoli avrebbe meritato di vincere lo scudetto, trovò la porta sbarrata proprio a Firenze: “Un crollo nervoso”, disse Maurizio Sarri, ma tanti episodi extra campo contribuirono non poco.

Così domenica, dopo la miopia dell’arbitro che non vede Lukaku messo giù in area da Comuzzo, né un birichino Gudmundsson che affonda i tacchetti sulla caviglia di Raspadori senza essere sbattuto fuori se non per un rosso diretto almeno per il secondo giallo, allora si spiega anche l’ansia di superare indenni gli ultimi minuti.

Il Napoli è lo specchio dei tifosi: in campo arriva forza, entusiasmo, tristezza, rabbia e anche ansia. E Antonio Conte che ha costruito in fretta la squadra, lentamente sta immergendosi in questa realtà: «L’atmosfera dello stadio mi ha emozionato come poche volte nella mia carriera, forse più che maiLa gente di Napoli è molto esigente, ma ci dà tanto ed è consapevole delle grandi difficoltà che stiamo affrontando»

E l’ansia degli ultimi minuti va spiegata anche con 4 punti persi con le romane: Roma-Napoli, con la vittoria in pugno, vanificata al 92°; Lazio-Napoli, ancora una vittoria sfumata al fotofinish.

Napoli-Fiorentina 2-1 è stata la vittoria contro la scaramanzia che è riuscita a sfatare ogni tabù. Il percorso è libero. Ora si pensi al Venezia.

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